Trovato !

Milano, ore 18.00 del martedì 26 ottobre

Sfrecciamo per le vie di Milano con la nostra moto del ‘78 color carta da zucchero.

Il nostro obiettivo è quello di comprare un clarinetto.

Ci ricordiamo che alla Feltrinelli di Piazza Piemonte molto tempo fa, quando già si stava parlando di fare questa biografia di Henghel, vendevano dei clarinetti da studio. Entriamo anche con l’intenzione di fermarci per dare un’occhiata a libri e cd musicali, ma nel reparto strumenti non c’è traccia di ciò che stiamo cercando.

Ci mettiamo alla ricerca del nostro amico fumettista Toni che lavora nel reparto videogiochi. Niente… Toni non c’è mai quando serve. Chiediamo, ma è ufficiale, quello strumento non c’è... nemmeno Toni.

Abbandoniamo l’idea di fermarci e spulciare tra i reparti, trovare un clarinetto è prioritario.

Usciamo e la poca luce che c’era abbandona la città e diventa ufficialmente una tipica sera autunnale milanese.

Chiamiamo Antonio, un altro amico fumettista che suona la chitarra elettrica e gli chiediamo indicazioni. Ci assicura che al KF di Piazza Napoli l’avremmo trovato e infatti tra pianoforti, chitarre, batterie e sax ecco dietro una vetrina due clarinetti. Ne compriamo uno e ci dirigiamo verso casa di Antonio e Federico per chiedere asilo e un piatto di pasta.

Antonio: Allora l’avete trovato ?

Annuendo mi dirigo in camera sua e apro immediatamente la valigetta, comincio a scartare tutti i pezzi mentre mi fa ascoltare alcuni brani del cd che sta preparando con il suo gruppo.

Comincio a montarlo con un po’ di timore. Una volta messi assieme i pezzi, io, Cristian e Antonio ci mettiamo intorno ad osservarlo.

Cristian: “Certo che è proprio uno strumento affascinante”

Antonio: “ Sì, è vero. Dai suonalo”

Soffio dentro al bocchino. “Niente”

Antonio: “Riprova.”

Io: “Macché !”

Cristian: “L’hai montato giusto ?”

E via a cercare informazioni su internet per verificare il montaggio. Lo smontiamo e lo rimontiamo.

Antonio: “ Sì era giusto, solo il bocchino era al contrario.”

Riprovo. Niente. Riprovo soffiando sempre più forte. Niente ancora.

Io: “No ragazzi. C’è un modo particolare per suonarlo. Non basta soffiarci dentro, non è un flauto !”

E di nuovo informazioni. Finalmente una spiegazione dettagliata sulla postura e soprattutto del modo in cui tenere la bocca.

Provo, riprovo e riprovo ancora. Ed eccolo ! Ecco finalmente il suono di un clarinetto.

Ridiamo compiaciuti. Ce l’ho fatta. Ci prova anche Cristian e anche lui si mette a produrre una serie di note scomposte, ma divertenti.

Così la serata procede nel migliore dei modi: attorno a un tavolo e un piatto di pasta in compagnia di Federico e Antonio a parlare di fumetti e fumettisti, di musica e di cose anche banalmente sciocche ma spassose.

Di là il nostro clarinetto se ne sta disteso su un letto ad ascoltare le voci e le risate che provengono da un'altra stanza. Lì se ne sta quel nuovo clarinetto che forse non verrà mai suonato degnamente, ma che in fin dei conti fa già parte di questa storia.